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Il posto delle ciliegie

Il 13 marzo scorso in tanti hanno fatto gli auguri a papa Francesco per i suoi 10 anni di pontificato, per questo vorrei iniziare questo articolo con alcune sue parole:

“Da tempo io ho parlato, stiamo vivendo la terza guerra mondiale a pezzetti. Quella dell’Ucraina ci sveglia un po’ perché è vicina, ma la Siria da 13 anni che è in guerra terribile. Lo Yemen quanto? Myanmar, dappertutto in Africa. Il mondo è in guerra. Fa soffrire tanto, fa soffrire tanto”.

Papa Francesco

Questo spunto – da filosofo – non può non interrogarmi su un dato strettamente legato a questa guerra mondiale a pezzi: il problema della libertà. In un recente testo di Massimo Valerii (filosofo e presidente del Censis) intitolato “Le ciliegie di Hegel” tratta proprio della necessità di rivitalizzare il concetto di libertà: in quanti sanno oggi che solo il 20% della popolazione mondiale gode di una piena libertà. In Africa questa percentuale scende al 7%, in Medioriente al 4%, nell’Eurasia – regione che comprende la Russia, la Bielorussia, le ex repubbliche sovietiche centroasiatiche – si annulla allo 0%. Secondo il rapporto Democracy Index, nel 2021 (la frase di papa Francesco è di un’intervista del 2022), sono solo 21 i Paesi che possono considerarsi democrazie pienamente compiute, mentre si contano 59 regimi autoritari che sottomettono il 37,1% degli abitanti del pianeta. Un altro modo di rilevare il più alto numero di migranti e rifugiati mai registrato dopo la seconda guerra mondiale. 

A mio avviso, è impossibile non mettere a confronto gli innumerevoli contesti di guerra e di crisi con i sistemi di governo, pena assecondare la parabola del rancore, il sovranismo psichico e lo sconfinamento nell’irrazionale. In poche parole, serve tornare a Hegel, o ancora più semplicemente a quelle due persone che hanno cambiato per sempre il nostro modo di esistere (perlomeno in occidente): Socrate e Gesù. 

Come Caritas non nascondiamo la preferenza e l’amore per l’insegnamento per Gesù, che ci fa essere presenti in quasi tutte le situazioni di crisi, anche laddove vogliono chiederci, come hanno già fatto in Russia (sic!, esiste una Caritas della federazione russa che fa parte di Caritas Europa) o pochi giorno fa in Nicaragua (hanno silenziato la Caritas e messo in Carcere il Vescovo Alvarez). Sul sito di Caritas – nella sezione emergenze – abbiamo aperto più fronti di raccolta fondi in appoggio dell’azione di Caritas Italiana. Ogni aiuto è prezioso. 

Concludo facendo un passo in più, parafrasando Paolo Milone (L’arte di legare): 

“Ieri ho sentito un corrispondente di guerra dire che noi europei viviamo in una bomboniera inconsapevoli dei drammi del mondo. Io conosco persone che passano la notte sotto i bombardamenti in Piazza Broletto, persone che la mattina scendono in trincea in via Cesare Battisti, persone chiuse in prigione in Francesco Cagnola, persone smarrite nel deserto a duecento metri dalla stazione”. 

P. Milone